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Radiografia a domicilio Legnano

A cosa serve e soprattutto cosa è la  Radiografia a domicilio Legnano Rendere visibile l’invisibile

lo straordinario potere dei raggi X è stato scoperto nel 1895, dal fisico che ne descrisse le proprietà facendo “impressionare” su pellicola la mano della moglie. Un’invenzione che ha cambiato la storia della medicina e che, nelle sue caratteristiche essenziali, è rimasta uguale fino ai giorni nostri, come spesso accade ai prodotti dell’ingegno davvero rivoluzionari.

«La radiografia è un esame che rientra nella diagnostica per immagini e che utilizza radiazioni ionizzanti, i famosi raggi X, che attraversano il corpo del paziente e consentono di ottenere informazioni sugli organi interni», spiega Luca  Sconfienza, responsabile dell’Unità operativa di Radiologia Diagnostica e Interventistica  e professore ordinario di Diagnostica per immagini e Radioterapia presso l’Università degli Studi

«I raggi X attraversano molto facilmente i tessuti molli – come i muscoli o gli organi addominali – cioè quelli che oppongono bassa resistenza al passaggio delle radiazioni, mentre attraversano più difficilmente tessuti duri, come ossa e denti che sono così molto evidenziati e possono essere studiati in modo agevole. E questo è il motivo per il quale le ossa sono state il primo campo di applicazione della radiografia, dove continua a essere molto utilizzata».

Ci sono però anche altri ambiti di utilizzo: «Per esempio nello studio dei polmoni: la gran quantità d’aria che contengono funziona da mezzo di contrasto naturale per il tessuto polmonare, consentendo di evidenziare la presenza di noduli o addensamenti che possono essere spia di una patologia».

Da un punto di vista concettuale, la radiografia è ancora la stessa della fine dell’Ottocento: «Così come è stata inventata è arrivata fino al 2020, senza variazioni sostanziali», conferma l’esperto. «Si sono però evoluti una serie di aspetti tecnici: nel passato si utilizzavano pellicole radiografiche un po’ modificate, che oggi sono state sostituite da apparecchiature digitali – software e hardware esattamente come quelli del cellulare – che riportano le immagini su un dispositivo elettronico, cioè lo schermo di un computer.

Il vantaggio è, come succede per tutte le immagini digitali, che le radiografie possono essere archiviate per sempre, senza il rischio di danneggiarsi. Ma, soprattutto, ciò ha consentito di abbattere drasticamente la dose di radiazioni che viene somministrata al paziente, migliorando in maniera significativa anche la qualità dell’esame stesso».

Il principio del rendere visibile l’invisibile, insomma, resta invariato. A cambiare, sono stati gli strumenti attraverso cui l’immagine ottenuta viene visualizzata, evolutisi di pari passo con la tecnologia di uso comune. E così, anche in ospedale, la lastra in pellicola fotografica ha ceduto il posto a referti più innovativi,

«L’indagine radiografica è sempre la prima nello studio del polmone, come si è reso evidente anche durante la pandemia», continua Luca Sconfienza. «L’aria che funge da mezzo di contrasto consente di evidenziare anche alterazioni minime, per esempio la presenza di polmoniti interstiziali o polmoniti comuni, oltre a noduli, che possono essere possibili spie di tumori, versamento pleurico e così via.

Il radiogramma ha poi un ruolo fondamentale nello studio dell’apparato muscolo-scheletrico perché le ossa hanno un ottimo contrasto rispetto ai tessuti circostanti e perciò rappresenta il primo approccio diagnostico nel caso di artrosi o fratture. È l’esame di prima scelta perché ha un costo sia economico sia biologico molto basso: rispetto alla Tac, la dose di radiazioni è cento volte inferiore, a fronte di un risultato diagnostico molto buono in alcuni ambiti».